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Un bel giorno c’incontrammo…

Nel 1988, in occasione del centenario della morte di Don Bosco, l’Oratorio Valdocco di Torino decise di allestire uno spettacolo che coinvolgesse tutte le fasce d’età.

Il recital “NE VALE LA PENA”, scritto e diretto da alcuni giovani dell’Oratorio, comprendeva brani musicali (alcuni originali), parti danzate e recitate. Per queste ultime furono arruolati volontari, molti dei quali alla prima esperienza. Lo spettacolo, di dimensioni colossali (alla fine si contavano sul palco circa 130 persone), fu l’occasione per la nascita della compagnia.

L’anno successivo infatti, alcuni degli attori (circa una decina di età compresa tra i 16 e i 30 anni) decisero di impiegare parte del loro tempo libero per stare insieme facendo teatro. Si scelse il copione “MIA MOGLIE DIRETTRICE”, che poteva adattarsi al numero di interpreti e all’inequivocabile vena comica del gruppo.

Per la realizzazione della commedia, furono di grande aiuto le prime consulenze artistiche di Claudio Montagna, conosciuto ad un corso di animazione teatrale da lui diretto.

La risposta del pubblico fu incoraggiante, così come il parere dell’autore Franco Roberto, spettatore inatteso e divertito dall’originale caratterizzazione.

Nel 1990 la compagnia, che modifica il nome “I PREPOTENTI” in “LA BOTTEGA DEGLI SPECCHI”, tenta una svolta di genere, sempre comico, ma con sfumature drammatiche e psicologiche, e scrive “COLPI DI FULMINE”, storia a misura degli interpreti, sebbene sulla falsariga di esempi eccellenti. Nella fase di preparazione dello spettacolo si lavorò sulla costruzione del personaggio e dell’autore.

La compagnia, che si è fino a questo momento esibita esclusivamente presso il Teatro Piccolo Valdocco di Torino, si apre alla realtà cittadina, partecipando alle Rassegna di Teatro Amatoriale organizzate dall’Assessorato del Tempo Libero.

La tentazione del “copione già scritto” e dell’opera dell’autore è forte: nel 1991 La Bottega degli Specchi ritorna alla commedia, allestendo “PAUTASSO ANTONIO ESPERTO IN MATRIMONIO”.

Il 1992 rappresenta un anno di svolta: la compagnia è coinvolta dall’associazione culturale “Magister Ludi e Cantieri Stanislawskj” in un laboratorio autogestito, dove entra in contatto con alte compagnie amatoriali e semi-professionistiche, con le quali instaura un rapporto di collaborazione; presenta “ALBERO GENEA-ILLOGICO”, scritto da un componente scopertosi autore, che ottiene il secondo premio alla quarta Rassegna di Teatro Amatoriale. La critica riconosce freschezza al testo e buone capacità agli interpreti.
Lo spettacolo, come l’intera rassegna, verrà ripreso e trasmesso da Telesubalpina.

AMORIBONDI”, l’opera inedita che ha impegnato il gruppo durante il 1993, è un avvicendarsi pirotecnico di storie e personaggi in cui sono presenti comicità surreale e malinconia latente.

La Bottega degli Specchi partecipa con altre compagnie a serate culturali e a scopo benefico, anche al di fuori del Piemonte.

Durante l’allestimento di “DE GUSTIBUS”, opera selezionata da una commissione alla Rassegna di dicembre al Teatro Piccolo Regio, la Bottega degli Specchi punta verso l’autoformazione, avvalendosi anche di sporadiche consulenze esterne.

Sempre nel 1993 un componente del gruppo frequenta un corso di sartoria teatrale promosso dall’Assessorato al Tempo Libero, presso la Sartoria Artistica Teatrale.

È dello stesso anno la favola “IL GIALLO E IL NERO”, che abbina una forma piacevole e leggera a un forte contenuto sociale.
Conscia della propria inesperienza, La Bottega degli Specchi ha deciso tuttavia di condividere la sua esperienza proponendo per il 1995 un corso di avvicinamento al teatro a chi intendeva scoprire, per curiosità, gioco o passione, l’affascinante mondo del palcoscenico.


Articolo d'archivio: Informagiovani pagina 1 - pagina 2

 

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